Eravamo due fanciullette appena adolescenti quando ci siamo incontrate in quella Prima Media dell'Istituto San Giuseppe e quasi instantaneamente scattò la scintilla di una reciproca simpatia che ben presso si tradusse in una grande amicizia.
Scoprimmo gradualmente una incredibile affinità, che ci condusse molto spesso a praticare le stesse scelte su tanti aspetti, politici e sociali della nostra vita. Questo legame tra noi due divenne ancora più forte quando abbiamo cominciato a condividere gli stessi interessi nello studio, i sogni di adolescenti e la stessa passione per la Medicina.
Il ricordo più bello di Santella è quello degli anni trascorsi al Liceo tra lo studio intenso ed un sempre maggiore interesse per la conoscenza, che ci portava spesso a consultare infinite fonti anche extrascolastiche e che non riusciva mai ad appagare la nostra voglia di sapere. Da qui il desiderio di proseguire insieme un cammino che avevamo già iniziato sui banchi di scuola.
La Medicina rappresentava la strada da sehuire, i nostri sogni erano ricchi di speranze ed il nostro entusiasmo non ci hai fatto dubitare che in futuro avremmo potuto coronare di successi la nostra vita. Ma come è vero che i sogni muoiono all'alba, così il nostro si è infranto nel 1984 quando Santella si ammalò di leucemia mieloide acuta: un fulmine a ciel sereno, mentre ci preparavamo a sostenere il primo esame universitario.
Non comprendemmo subito la gravità di questa patologia neoplastica del sangue, ma eravamo convinte ingenuamente che la nostra splendida amicizia avrebbe potuto affrontare e superare qualunque ostacolo. Durante il periodo della chemioterapia, Santella riusciva ad essere come era sempre stata: dolce, volitiva, proiettata verso gli altri, sostegno di tutta la famiglia e delle amiche che spesso richiedavano i suoi consigli. Tutta quella sua forza interiore veniva costantemente alimentata da una madre esemplare, che continuava a sostenere la figlia con grande tenacia e determinazione.
Un giorno, mentre studiavamo per sostenere gli esami, - nonostante Santelle stesse male continuava a studiare lo stesso - , cominciammo a parlare di quello che avrebbe voluto fare per i malati di leucemia. Allora non avevamo idee molto chiare: pensavamo alla ricerca ma anche la modo di alleviare le sofferenze di chi è costretto a lasciare la propria casa e città, ad allontanarsi dalla famiglia per essere curato. Dopo la sua scomparsa da questo pensiero e desiderio di Santella e dalla volontà della sua famiglia fu istituita la Fondazione Catanese per lo Studio e la Cura delle Malattie Neoplastiche del Sangue (Fon.Ca.Ne.Sa.), che oggi accanto alla ricerca scientifica si occupa della complessa gestione del paziente oncoematologico con l'istituzione di due case di accoglienza.
Casa "Santella" è una realtà accreditata per le fagmiglie dei pazienti affetti da leucemie e da linfomi, e che per tali patologie devono sottoporsi a trattamento polichemioterapici intensivi, al trapianto di midollo, procedure che comportano periodi di degenza piuttosto lunghi, lontani dalla famiglia e dal proprio domicilio.
Ricordi di una infanzia spensierata che mai avrebbe potuto profetizzare quel Drammatico futuro
Anna Todaro
Medico Ematologo