Dott. Benedetto Farsaci
È con piacere e commozione che testimonio quanto la FONCANESA sia stata importante per la realizzazione del sogno di diventare ricercatore. La mia prima esperienza con la FONCANESA risale al 2004: laureato in Medicina e Chirurgia dal 2002, ero iscritto alla scuola di specializzazione in Biochimica Clinica e Biologia Molecolare; in altre parole, ero un giovane medico col sogno di fare ricerca. Lavoravo da circa 2 anni presso l’ematologia dell’ospedale Ferrarotto, nel gruppo dei trapianti di midollo osseo; il mio lavoro consisteva nella raccolta e manipolazione delle cellule staminali di donatori e pazienti da essere impiegate per il trapianto.
Quando il Primario, Prof. Giustolisi, mi convocò per comunicarmi che mi era stato assegnato un premio per la ricerca effettuata sulle cellule staminali da parte dell FONCANESA, fui sorpreso e lusingato. Fino ad allora, ciò che sapevo della FONCANESA era che sfoggiava una bella ed importante targa all’ingresso del reparto di ematologia e poco altro.
Molto presto avrei capito quanto importante fosse questa fondazione per pazienti, ricercatori e medici. Dal giono in cui entrai in contatto con la Presidente Sig. ra Rosalba Massimino, due cose mi divennero chiare improvvisamente: primo, che la FONCANESA era un immenso, gratuito forse immeritato dono per l’intero reparto di ematologia; secondo, che era inaccettabile che nei precedenti 2 anni non avessi mai avuto l’occasione di conoscere meglio questa fondazione.
Quando parli a tu per tu con la Sig.ra Massimino, capisci subito che ha il fuoco che le scorre nelle vene. La sua vulcanica energia si esprime nella dedizione che mette nel gestire le case Santella e nel sostenere, e finanziare, numerosi progetti di ricerca presso l’ematologia. Ho trovato nella Sig.ra Massimino una fonte di ispirazione riguardo a coraggio e forza di volontà, nonché un fondamentale sostegno per realizzare progetti di ricerca. Dal 2004 al 2007, la FONCANESA ha finanziato e premiato altri progetti di ricerca a cui ho partecipato.
Non ho più trovato una persona come lei, nè un’associazione come la FONCANESA, nemmeno dopo essermi trasferito negli Stati Uniti per lavoro. Anche in questo la FONCANESA mi è stata vicino, assegnandomi un riconocimento per il lavoro volto, giusto prima di lasciare l’Italia. Era il 2007, alla fine della mia scuola di specializzazione, e le prospettive di impiego futuro consistevano in un dottorato di ricerca di due anni per circa 800 euro al mese, che sarebbe iniziato ad una data da destinarsi. Per un giovane trentaquattrenne sposato come me col desiderio di fare ricerca questo era troppo. Il motto di quei lunghi anni era stato “tutti devono fare un po’ di gavetta”, ma 12 anni erano tracorsi studiando e facendo il cameriere nei vari ristorantini e pubs della città, assieme a mia moglie, per mantenerci.
Era una gavetta sufficiente per me, ed il futuro dinanzi sembrava più una condanna che una speranza. Sono trascorsi più di 3 anni ormai da quando lavoro al “National Cancer Institute” dell’Istituto Nazionale della Salute degli Stati Uniti (NIH), presso il “Laboratory of Tumor Immunology and Biology”, studiando e progettando vaccini per la cura del cancro. Quando mi guardo indietro, ripenso con commozione a quanto la FONCANESA mi abbia sostenuto durante quei difficili anni come ricercatore nel profondo sud di una nazione che non considera la ricerca una priorità su cui investire. Penso anche con orgoglio a come la FONCANESA continui a prodigarsi con passione e coraggio nell’aiutare altri giovani ricercatori siciliani ed i loro pazienti ancora oggi, più di prima. Lo dico a tutti qui in America: “a Catania abbiamo una Fondazione per la ricerca che voi qui ve la sognate!”.
Grazie FONCANESA, e grazie Presidente Rosalba Massimino!
Benedetto Farsaci
Borsista Fon.ca.ne.sa.