Giuseppe Milone
Responsabile Programma di Trapianto di Midollo osseo
Divisione Clinicizzata di Ematologia Policlinico di Catania
L’apertura nel mese di Febbraio 2018 della Unità di Trapianto Emopoietico della Divisione di Ematologia del Policlinico di Catania assieme alla apertura della nuova casa di accoglienza della Foncanesa al Policlinico è una tappa fondamen-tale nella cura delle emopatie in tutta la Sicilia Orientale.
Fra Unità di Trapianto emopoietico e “Casa Santella” per l’accoglienza dei parenti del paziente emopatico della Foncanesa esiste da molti anni una sinergia d’azione che contribuisce ad ottimizzare le risorse disponibili.
Molti pazienti residenti in province lontane dalla nostra riescono ad affrontare un follow up post trapianto che può anche protrarsi per molti mesi solo alloggiando a “Casa Santella”. Il trasferimento della Unità di Trapianto costi-tuisce anche una occasione per alcune conside-razioni necessarie all’ulteriore sviluppo di questa branca della Ematologia non solo nella Sicilia Orientale ma più in generale nella nostra Regio-ne.Il Trapianto di cellule staminali emopoietiche rappresenta una terapia consolidata e di grande successo per la cura di numerose e gravi malattie del sangue. Le cellule staminali sono diverse dalle altre cellule, essenzialmente per due proprietà: da un lato sono in grado di replicarsi infinitamente o quasi, mentre le cellule di tutti i tessuti, dopo un certo numero di divisioni, si esauriscono; dall’altro hanno la capacità di assumere le carat-teristiche di altre cellule dell’organismo deputa-te a funzioni specifiche, duplicandole attraverso il cosiddetto processo di “differenziamento”. Per queste peculiarità le cellule staminali sono state candidate da anni a diventare i “pezzi di ricam-bio” ideali per riparare gli organi danneggiati e curare linfomi, leucemie o altri tumori.
L’emato-logia è il campo in cui il trapianto di cellule sta-minali è già largamente utilizzato, per la cura di alcune forme di leucemie, del mieloma e dei lin-fomi, ma anche di altre gravi malattie del sangue congenite o acquisite; inoltre consente di attuare trattamenti aggressivi che distruggono le cellule tumorali. Infatti grazie al trapianto di cellule sta-minali è possibile sottoporre il paziente a mas-sicce dosi di chemio e radioterapia, a dosaggio tale da eliminare le cellule neoplastiche. Le alti dosi di chemioterapia avranno però la conseguen-za di danneggiare anche le cellule midollari da cui originano le cellule del sangue e per ovviare a ciò e ripristinare le cellule midollari sane, suc-cessivamente al paziente vengono infuse le sue stesse cellule staminali, che in precedenza sono state raccolte, filtrate e adeguatamente conserva-te (trapianto autologo o autotrapianto) o quelle di un donatore (trapianto allogenico). Le cellule staminali da trapiantare possono essere prelevate dal midollo osseo oppure possono essere ricavate dal sangue periferico. Attualmente vengono con-siderate cellule staminali “gold standard” quelle di un donatore fratello HLA identico e cioè con una corrispondenza perfetta dei geni HLA con il ricevente al fine di minimizzare il rischio di rigetto e di altre complicanze.
Fra Unità di Trapianto emopoietico e “Casa Santella” per l’accoglienza dei parenti del paziente emopatico della Foncanesa esiste da molti anni una sinergia d’azione che contribuisce ad ottimizzare le risorse disponibili. Molti pazienti residenti in province lontane dalla nostra riescono ad affrontare un follow up post trapianto che può anche protrarsi per molti mesi solo alloggiando a “Casa Santella”.
Il trasferimento della Unità di Trapianto costi-tuisce anche una occasione per alcune conside-razioni necessarie all’ulteriore sviluppo di questa branca della Ematologia non solo nella Sicilia Orientale ma più in generale nella nostra Regio-ne.Il Trapianto di cellule staminali emopoietiche rappresenta una terapia consolidata e di grande successo per la cura di numerose e gravi malattie del sangue. Le cellule staminali sono diverse dalle altre cellule, essenzialmente per due proprietà: da un lato sono in grado di replicarsi infinitamente o quasi, mentre le cellule di tutti i tessuti, dopo un certo numero di divisioni, si esauriscono; dall’altro hanno la capacità di assumere le carat-teristiche di altre cellule dell’organismo deputa-te a funzioni specifiche, duplicandole attraverso il cosiddetto processo di “differenziamento”. Per queste peculiarità le cellule staminali sono state candidate da anni a diventare i “pezzi di ricam-bio” ideali per riparare gli organi danneggiati e curare linfomi, leucemie o altri tumori.
L’emato-logia è il campo in cui il trapianto di cellule sta-minali è già largamente utilizzato, per la cura di alcune forme di leucemie, del mieloma e dei lin-fomi, ma anche di altre gravi malattie del sangue congenite o acquisite; inoltre consente di attuare trattamenti aggressivi che distruggono le cellule tumorali. Infatti grazie al trapianto di cellule sta-minali è possibile sottoporre il paziente a mas-sicce dosi di chemio e radioterapia, a dosaggio tale da eliminare le cellule neoplastiche. Le alti dosi di chemioterapia avranno però la conseguen-za di danneggiare anche le cellule midollari da cui originano le cellule del sangue e per ovviare a ciò e ripristinare le cellule midollari sane, suc-cessivamente al paziente vengono infuse le sue stesse cellule staminali, che in precedenza sono state raccolte, filtrate e adeguatamente conserva-te (trapianto autologo o autotrapianto) o quelle di un donatore (trapianto allogenico). Le cellule staminali da trapiantare possono essere prelevate dal midollo osseo oppure possono essere ricavate dal sangue periferico. Attualmente vengono con-siderate cellule staminali “gold standard” quelle di un donatore fratello HLA identico e cioè con una corrispondenza perfetta dei geni HLA con il ricevente al fine di minimizzare il rischio di rigetto e di altre complicanze.
Il trapianto emopoietico allogenico può però essere effettuato anche da donatori familiari solo parzialmente compatibili (trapianto aploidentico), ciò ha contribuito a de-terminare un incremento delle necessità trapian-tologiche in quanto tutti i pazienti trovano oggi un donatore nella famiglia proprio in virtù della tecnica di trapianto aploidentico. Il Programma metropolitano in seno al Policli-nico di Catania comprende tre Unità cliniche, una per il trapianto autologo nell’Adulto (IOM), una per il trapianto allogenico nell’adulto (Policlinico) e una Pediatrica (Policlinico), comprende anche un Centro per la raccolta delle cellule staminali emopoietiche da aferesi e da midollo osseo ed un Laboratorio di manipolazione cellulare e criopre-servazione, La costituzione del Programma Me-tropolitano di trapianto permette una allocazione delle risorse quanto piu’ efficiente sia possibile. Tuttavia il numero di posti letto disponibili nella Unità di Trapianto allogenico per l’adulto del Poli-clinico che sono solo 6, non è adeguato al nume-ro di pazienti che abbisognano della procedura, e cio’ soprattutto per i trapianti allogenici da do-natore da registro (MUD) e per i trapianti alloge-nici da donatore familiare parzialmente identico (aploidentico).
Nel corso degli anni si è eviden-ziato un progressivo aumento dei trapianti: presso Il Programma Metropolitano di Catania si effettua-no annualmente fra 80 e 100 trapianti all’anno. E tuttavia il numero di posti letto per trapianto allo-genico è cosi’ basso (solo 6) che non è stato pos-sibile attuare nessun incremento sostanziale negli ultimi 10 anni e questo a fronte di una notevole espansione delle indicazioni e quindi dei pazienti canditati alla procedura di trapianto allogenico. Sarebbero infatti necessari presso l’Unità cli-nica per il Trapianto Allogenico del Policlinico un numero di posti letto per trapianto allogeni-co doppio rispetto all’esistente (10-12 posti letto per trapianto), e ciò in quanto attualmente molti pazienti attualmente possono essere trattati solo dopo lunghi tempi di attesa. Nel caso di malat-tia di base di natura neoplastica non si dovreb-be essere costretti ad aspettare per un posto letto per trapianto fino a 5-9 mesi con il rischio che si incorra in una recidiva della neoplasia. Bisogna inoltre tenere in considerazione che in tutta la Si-cilia orientale, allo stato attuale, non vi sono altri centri che possono accogliere per trapianto allo-genico tale consistente numero di pazienti.
Per tali ragioni si è assistito in questi anni ad un notevole incremento dei ricoveri fuori regione per trapianti allogenici di midollo e cellule emo-poieticheIn particolare dallo studio “Access To Alterna-tive Donor Hematopoietic Search And Transplan-tation For Acute Leukaemia In Different Macro-3 Regions Of Italy. A GITMO/IBMDR Study” pub-blicato sulla rivista internazionale Bone Mar-row Transplantation 2018 Mar;53(3):291-299, è emerso che negli anni 2012-2013 la migrazione extraregionale in Sicilia per i trapianti allogenici dei pazienti affetti da leucemia acuta è stata del 35%. Ma accanto ai pazienti che debbono recarsi fuori regione per il trapianto allogenico, in tutto il meridione italiano e nella Sicilia esiste il proble-ma della difficoltà di accesso alla procedura e cio’ nonostante la migrazione extraregionale.
L’utilizzo del trapianto allogenico nei pazienti affetti da leucemia acuta e residenti nella nostra Regione ha evidenziato come l’utilizzo di questa terapia avvenga in Sicilia o fuori dalla Sicilia ad un tasso inferiore del 30% che rispetto a quello dei pazienti affetti dalla stessa patologia e residen-ti in altre Regioni.In altri termini il 35% dei pazienti siciliani per effettuare il trapianto allogenico emigra in altre regioni ma quantomeno accede alla terapia e tut-tavia una altra quota altrettanto grande di pazienti siciliani affetti da Leucemia Acuta non accede af-fatto alla terapia, nemmeno in altre Regioni.Diventa quindi opportuno mettere in atto tutte quelle misure utili a ridurre queste problematiche compreso l’attuazione piena del Decreto Assesso-riale 26 ottobre 2012 sulla “Organizzazione della Rete Pubblica Ospedaliera Regionale dei Centri di Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche”. Questo consentirebbe la riduzione della mo-bilità sanitaria e salvaguarderebbe il diritto alla salute dei cittadini che necessitano di trapianto di midollo osseo allogenico o cellule emopoietiche.
emopoietiche da aferesi e da midollo osseo ed un Laboratorio di manipolazione cellulare e criopre-servazione, La costituzione del Programma Me-tropolitano di trapianto permette una allocazione delle risorse quanto piu’ efficiente sia possibile. Tuttavia il numero di posti letto disponibili nella Unità di Trapianto allogenico per l’adulto del Poli-clinico che sono solo 6, non è adeguato al nume-ro di pazienti che abbisognano della procedura, e cio’ soprattutto per i trapianti allogenici da do-natore da registro (MUD) e per i trapianti alloge-nici da donatore familiare parzialmente identico (aploidentico). Nel corso degli anni si è eviden-ziato un progressivo aumento dei trapianti: presso Il Programma Metropolitano di Catania si effettua-no annualmente fra 80 e 100 trapianti all’anno. E tuttavia il numero di posti letto per trapianto allo-genico è cosi’ basso (solo 6) che non è stato pos-sibile attuare nessun incremento sostanziale negli ultimi 10 anni e questo a fronte di una notevole espansione delle indicazioni e quindi dei pazienti canditati alla procedura di trapianto allogenico.Sarebbero infatti necessari presso l’Unità cli-nica per il Trapianto Allogenico del Policlinico un numero di posti letto per trapianto allogeni-co doppio rispetto all’esistente (10-12 posti letto per trapianto), e ciò in quanto attualmente molti pazienti attualmente possono essere trattati solo dopo lunghi tempi di attesa. Nel caso di malat-tia di base di natura neoplastica non si dovreb-be essere costretti ad aspettare per un posto letto per trapianto fino a 5-9 mesi con il rischio che si incorra in una recidiva della neoplasia.
Bisogna inoltre tenere in considerazione che in tutta la Si-cilia orientale, allo stato attuale, non vi sono altri centri che possono accogliere per trapianto allo-genico tale consistente numero di pazienti. Per tali ragioni si è assistito in questi anni ad un notevole incremento dei ricoveri fuori regione per trapianti allogenici di midollo e cellule emo-poieticheIn particolare dallo studio “Access To Alterna-tive Donor Hematopoietic Search And Transplan-tation For Acute Leukaemia In Different Macro-3 Regions Of Italy. A GITMO/IBMDR Study” pub-blicato sulla rivista internazionale Bone Mar-row Transplantation 2018 Mar;53(3):291-299, è emerso che negli anni 2012-2013 la migrazione extraregionale in Sicilia per i trapianti allogenici dei pazienti affetti da leucemia acuta è stata del 35%. Ma accanto ai pazienti che debbono recarsi fuori regione per il trapianto allogenico, in tutto il meridione italiano e nella Sicilia esiste il proble-ma della difficoltà di accesso alla procedura e cio’ nonostante la migrazione extraregionale.
L’utilizzo del trapianto allogenico nei pazienti affetti da leucemia acuta e residenti nella nostra Regione ha evidenziato come l’utilizzo di questa terapia avvenga in Sicilia o fuori dalla Sicilia ad un tasso inferiore del 30% che rispetto a quello dei pazienti affetti dalla stessa patologia e residen-ti in altre Regioni.In altri termini il 35% dei pazienti siciliani per effettuare il trapianto allogenico emigra in altre regioni ma quantomeno accede alla terapia e tut-tavia una altra quota altrettanto grande di pazienti siciliani affetti da Leucemia Acuta non accede af-fatto alla terapia, nemmeno in altre Regioni.Diventa quindi opportuno mettere in atto tutte quelle misure utili a ridurre queste problematiche compreso l’attuazione piena del Decreto Assesso-riale 26 ottobre 2012 sulla “Organizzazione della Rete Pubblica Ospedaliera Regionale dei Centri di Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche”. Questo consentirebbe la riduzione della mo-bilità sanitaria e salvaguarderebbe il diritto alla salute dei cittadini che necessitano di trapianto di midollo osseo allogenico o cellule emopoietiche.
Giuseppe Milone
Responsabile Programma di Trapianto di Midollo osseo
Divisione Clinicizzata di Ematologia Policlinico di Catania